Locazioni meglio delle vendite

del 201212111936 - Fonte: livellocasa.it

Gli italiani continuano a preferire le locazioni alle vendite, ma non disdegnano, comunque, le opportunità nel settore delle compravendite immobiliari. Stando a quanto affermato da una recente ricerca, infatti, nel corso del primo semestre 2012 la domanda di immobili in locazione sarebbe cresciuta a un ritmo due volte superiore rispetto alla richiesta di immobili in vendita, con un andamento che sarebbe altresì similare sul fronte dell’offerta, dove si registra una maggiore volontà a proporre i propri immobili in affitto, anziché in cessione definitiva.

A parlar di ciò è stato, negli scorsi giorni, il direttore Corporate e Ufficio Studi di immobiliare.it, Guido Lodigiani, che dichiara come “la difficoltà ad ottenere un mutuo ha reso l'iter per l'acquisto di una casa sempre più complesso ed è naturale che gli italiani abbiano dirottato il loro interesse verso soluzioni in affitto, pur perdendo i vantaggi del risparmio forzoso che garantisce l'acquisto di una casa; il calo dei prezzi di vendita degli immobili è diretta conseguenza di questo fenomeno”. Ad ogni modo, i dati sembrano consolidarsi su posizioni positive anche per quanto concerne le compravendite, con un incremento del 9 per cento che, tuttavia, è poco più della metà di quanto rilevato sul fronte delle locazioni (+ 16 per cento).

Pochi dubbi sulla genesi di questo fenomeno. Le determinanti sono da ricercare non solamente nelle dinamiche congiunturali dell’economia, quanto anche nei cambiamenti normativi che hanno interessato il settore immobiliare: tra i tanti, l’introduzione dell’Imu con aliquote penalizzanti per gli immobili inutilizzati, che ha indotto molti proprietari a impiegare in locazione le case inutilizzate.

Su base territoriale, il calo dei prezzi medi di vendita sembra riguardare soprattutto il Sud e le Isole, con un picco del 7 per cento in Sardegna. Più contenute le perdite nel Nord, dove comunque la contrazione media si avvicina al 5 per cento, e soprattutto al Sud, dove il calo è dell’1,1 per cento.

Per quanto infine concerne la dimensione delle città, i centri di dimensioni superiori ai 250 mila abitanti denotano una contrazione dei prezzi del 3,4 per cento, contro una flessione dell’1,5 per cento nelle città più piccole. Male Venezia, con un calo dell’8 per cento; migliore la tenuta di Roma e Milano, con cedimenti compresi tra l’1 e il 2 per cento.


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